Di questi tempi organizzare qualcosa non è semplice. Che sia una cena, una gita fuori porta o camp sportivo. Ma se, con un po’ di attenzione e buona volontà, alle prime due eventualità si può facilmente porre rimedio, l’organizzazione di un camp che coinvolge bambini, ragazzi, famiglie, spostamenti e pranzi al sacco, richiede la concentrazione di un samurai e il coraggio di un domatore di leoni.
Per capire cosa voglia dire far divertire ragazzi e ragazze dai 6 ai 15 anni, rispettando tutte le normative imposte per combattere il COVID-19, abbiamo chiesto a Marco Nasari, uno dei responsabili insieme a Massimiliano Gosio e Gigi Toselli, del camp Sport D’Estate, il camp più numeroso di Savigliano.
Marco, quali sono i più grossi cambiamenti rispetto a un camp “normale”?
La cosa che si avverte di più è la mancanza del contatto. Non parlo solo del contatto durante una partita, ma degli abbracci per festeggiare un canestro, il darsi il cinque per una bella azione. Questo si vede che ai ragazzi manca molto, ma bisogna ammettere che avevano davvero bisogno di tornare fuori a sfogarsi e giocare con gli amici.
La mancanza della scuola e dello sport si è fatta sentire insomma.
Altroché. Le famiglie lo sapevano bene e ci ringraziano proprio perché abbiamo dato un’occasione di sfogo ai figli. Oggi la funzione dei camp estivi è quasi più “sociale” che “sportiva” ed è proprio su questo che abbiamo puntato per la formazione dei nostri animatori.
Quanti sono questi animatori? E per quanto tempo vi siete preparati insieme?
Sono 20 ragazzi, tutti volontari e maggiorenni, che arrivano dal programma GAG (Gruppo Animatori Gators) e da più di un mese si stanno preparando per ripartire.
Poi si devono aggiungere 10 persone dello staff tecnico Gators: in totale siamo circa una trentina (un aumento del 50% rispetto agli anni passati), perché per rispettare le normative ogni gruppo di bambini e ragazzi deve essere seguito da un maggiorenne. Avendo 120 ragazzi iscritti, la mole di volontari di cui abbiamo bisogno è molto importante.
Bisogna fare i complimenti ai nostri allenatori e animatori, perché hanno cambiato i programmi e gli esercizi che già avevano preparato, per rispettare le regole anti-COVID. Ci vuole fantasia, oltre che grande positività: non hanno mai mollato.
Questo è un tema molto interessante: com’è cambiato l’allenamento?
Banalmente senza poter giocare le partite, mi verrebbe da dire.
Ma essendo il basket, e in generale le attività che proponiamo nel camp multi-sport, uno sport di squadra, così tanto banale non lo è.
Ci si allena sui fondamentali individuali: tra qualche anno in prima squadra avremo dei grandi palleggiatori e tiratori!
Quello che io Gigi e Max diciamo sempre ai ragazzi dello staff è che la cosa più importante da trasmettere nell'allenamento è l’entusiasmo. Sembra scontato dirlo, ma è l’ingrediente che cambia un esercizio “noioso”, in un gioco divertente.
Da parte nostra ce ne stiamo mettendo davvero parecchio e vediamo che ai ragazzi arriva. Le prime due settimane sono già sold out e con l’ampliamento degli spazi al PalaFerrua per il mese di luglio, speriamo di aumentare anche gli iscritti e far giocare ancora più bambini.
Cercando di guardare al lato positivo, c’è qualcosa in questa situazione che ti salta agli occhi come particolarmente positiva?
Sì, una cosa c’è. Non potendo usare gli spogliatoi, nessuno dimentica più niente!