sabato 13 marzo 2010

Le interviste dell'Airone: Dado Scotta

La penna più veloce del Piemonte torna a dar voce ai Gators! Questa volta tocca a un dirigente: Dado Scotta. La parola all'Airone, come sempre...

1) Ciao Dado, contento di aver iniziato questa avventura con i Gators?

Diciamo che sono stato un po’ trascinato dentro il direttivo dall’affetto e dall’amicizia che mi legano a tutti i partecipanti: giocatori, allenatore e dirigenti e dalla grande passione e amore verso questo sport. Adesso, alla luce delle esperienze maturate quest’anno, direi che la grande fatica e l’impegno profusi sono stati in gran parte ricompensati. Quindi, per rispondere alla domanda, sì, piuttosto contento e soddisfatto.

2) Ti aspettavi di arrivare a questo punto della stagione con una società tutto sommato ben organizzata?

Sinceramente no, anche perché sapevo che c’era molto lavoro da sbrigare, molti ostacoli da superare e che, in certi settori, mancava la competenza, ma la volontà e l’impegno, come ho già rilevato, ci hanno aiutati e stimolati e adesso, se posso sbilanciarmi, siamo molto ben avviati e organizzati e soprattutto si lavora in equipe, con specifiche competenze e responsabilità.

3) I direttivi erano meglio nella sede delle pantere o ora in quella dei Gators?

I direttivi sono momenti di confronto, di sintesi e di decisioni. Ho imparato dagli errori e ho fatto tesoro delle esperienze positive. L’importante è che quando si decide in un certo modo, sia conseguente la linea da prendersi e da seguire. Diciamo che nei Gators, trattandosi di una sola squadra, almeno per ora, è anche più facile concretizzare tutto ciò in ragione di minori problematiche da risolvere.

4) Manca ancora qualcosa a questa società per essere definita come tale?

Mancano molte cose; sarebbe presuntuoso e puerile pensare di aver risolto tutti i problemi. Siamo una piccola società, ma abbiamo voglia di crescere; per crescere occorre saper organizzare e sicuramente avremmo bisogno di aiuti in questo senso: persone volenterose, ricche di fantasia, di idee e competenti nel settore.

5) Questa dote da “procacciatore di pubblicità” è naturale o è maturata nell’esperienza a Savigliano?

Entrambe le cose. La capacità di intrattenere pubbliche relazioni, di entrare in rapporto positivamente con gli altri e ottenere risultati concreti è, per gran parte, una dote naturale, che può sicuramente essere affinata con l’esperienza e con l’attenta osservazione di persone professionalmente preparate.

6) Cosa ti aspetti per questa parte finale di stagione?

Un deciso miglioramento nel gioco collettivo e nella tenuta atletica, specie in riferimento agli ultimi incontri, non proprio entusiasmanti, per giocarci al meglio la “Carta play off”.

7) Viste da spettatore, come sono le partite dei Gators?

C’è sempre da soffrire e da urlare, ma, anche questo fa parte del carattere!

8) Anche per te, la solita ultima domanda, cosa pensi dell’intervista e dell’intervistatore?

L’intervista è il modo più originale per lo scambio di opinioni e per misurare la temperatura in un certo ambiente, per cui ti suggerisco di continuare deciso su questa strada, al limite anche con domande più “pepate” e “irriverenti”, e di dar voce anche ai nostri sponsor e sostenitori. Un bravo te lo meriti di sicuro.

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