venerdì 2 dicembre 2022

NOI SIAMO CIO' CHE MANGIAMO E COME LO MANGIAMO

"Noi siamo ciò che mangiamo", la celebre frase di Feuerbach, filosofo tedesco del 1800, mette in luce uno dei concetti più importanti e complessi della nostra vita. Concetto che, anche se noto già da più 200 anni, sembra oggi essere stato dimenticato e soppiantato da convinzioni e modelli alimentari che di "benessere" non hanno proprio nulla a che vedere.  

Sarebbe più corretto completare la frase con "Noi siamo ciò che mangiamo e come lo mangiamo", ad oggi, infatti, è noto che il cibo può assumere numerosi significati, il principale dei quali è sicuramente quello di nutrire, di apportare energia… ma non è il solo: è chiaro a molti che la scelta stessa degli alimenti possa rappresentare una decisione funzionale al nostro benessere emotivo: la psicologia diventa, in questi casi, la nostra biologia. 

Il cibo guadagna e riveste quindi, in numerose situazioni, un ruolo che bypassa le mere esigenze biologiche di nutrimento divenendo strettamente connesso con l'insieme di sensazioni ed emozioni che ci ritroviamo a sperimentare e a vivere ogni giorno.  

Purtroppo, nella fretta odierna, in un mondo ed in una società così celere e frettolosa, è sempre più difficile ascoltare i propri bisogni e percepire i segnali del proprio organismo: diviene quindi sempre più complicato relazionarci in maniera sana con il cibo e con il proprio corpo. 

È sempre più comune infatti imbattersi in diete innovative, considerate quasi magiche, proposte da guru della scienza della alimentazione; diete che sembrano promettere felicità e bellezza mangiando qualsiasi alimento si voglia nelle quantità desiderate o alimenti miracolosi in grado di curare ogni malanno ad oggi conosciuto… ma in questa semplice equazione, il rispetto delle nostre emozioni, delle nostre esigenze psico-alimentari, dove sta? Non c'è! Allora al posto di buttarsi a capofitto in una dieta innovativa o in una dieta dell'ultimo minuto, perché non proviamo a partire da noi stessi? 

Ci siamo mai accorti di come assumiamo gli alimenti? Di cosa vuol dire "alimentarsi"? Di cosa vuol dire "nutrirsi"? Siamo davvero consapevoli di "quali alimenti scegliamo" e di "quanti ne ingeriamo ad ogni pasto"? 

Ecco, porsi delle domande potrebbe essere un ottimo punto di partenza per una auto-analisi alimentare ossia una presa di coscienza di come ognuno di noi si rapporta con il cibo: un avvio alla propria consapevolezza alimentare. 

Sono molti i consigli che possono essere dati in merito ma ancora più numerose e più importanti sono le condizioni da cui ognuno parte per riguadagnare una condizione di benessere psico-fisico. 

Un ottimo inizio può anche scaturire dal porsi alcune questioni: cosa è per me la fame? E la sazietà? Sazietà e pienezza sono, per me, la stessa cosa? Prima di iniziare a mangiare, ho fame? Cosa percepisco? E quando ho finito, quali sono le mie sensazioni? Come sto quando mangio in famiglia? E da solo? A lavoro? A casa? 

Avendo fatto chiarezza su queste questioni può essere utile adottare piccole strategie per mantenere l'attenzione su di sé, allontanando preoccupazioni ed emozioni negative e cercando di assaporare ogni singolo boccone di ogni piatto scelto. Cosa vuol dire questo? Semplicemente dedicare il giusto tempo e la giusta attenzione ad un processo quanto più fisiologico e naturale conosciamo, concedendo e riscoprendo richieste e necessità fisiologiche del nostro organismo, che ormai non siamo più in grado di riconoscere. Il tempo di ogni pasto si dilungherà? Certamente sì, ma questo molto probabilmente porterà dei vantaggi particolarmente consistenti a 360 gradi e nella nostra intera vita.


Alex Villois - Nutrizionista - Istruttore MB Gators


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